WAR NOW!

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WAR NOW!

Wanna play the game?

All’interno del progetto internazionale SharedSpace, Valters Sīlis (LV) e Teatro Sotterraneo (I) s’incontrano per realizzare insieme uno spettacolo, sollecitati dal centenario dello scoppio della Grande Guerra. Se nel 1914 nasceva il concetto moderno di propaganda su scala globale, nel 2014 la guerra psicologica è parte integrante di ogni strategia militare: ogni bomba è accompagnata dalla nostra capacità di ruotare il punto di vista sui conflitti, producendo vocabolari nuovi, narrazioni coinvolgenti e porzioni d’immaginario sempre più efficaci nel condizionare l’opinione pubblica all’accettazione del massacro reciproco.

Da questo punto di partenza, WAR NOW! cerca di proiettare in avanti il senso del centenario allestendo un gioco che racconti la Terza Guerra Mondiale attraverso determinati meccanismi manipolatori, fra infowar e disinformacjia fino ai limiti del warporn, dove il divertimento anestetizza l’orrore. WAR NOW! mette in scena un’esperienza paradossale in cui attori/storytellers e spettatori/players si ritrovano dentro un ipotetico terzo conflitto, nel tentativo di interrogare le possibilità dell’entertainment bellico come ultima frontiera della persuasione.

Wanna play the game?

Crediti

concept e regia Valters Sīlis, Sotterraneo
in scena Matteo Angius, Sara Bonaventura, Claudio Cirri

scrittura Valters Sīlis, Daniele Villa
set design Ieva Kauliņa
luci Marco Santambrogio

consulenza marketing per la Terza Guerra Mondiale Mali Weil, Virginia Sommadossi
si ringrazia Francesco Canavese / Tempo Reale Firenze per le registrazioni audio

produzione Teatri di Pistoia
collaborazione alla produzione Santarcangelo •12 •13 •14 Festival Internazionale del Teatro in Piazza, Sotterraneo

da una proposta di Santarcangelo •14 Festival Internazionale del Teatro in Piazza
sostegno alla produzione Ministero per i Beni e le Attività Culturali Spettacolo dal vivo, Regione Toscana

in collaborazione con Centrale Fies/Provincia Autonoma di Trento

residenze artistiche Teatri di Pistoia, Santarcangelo •12 •13 •14 Festival Internazionale del Teatro in Piazza, Centrale Fies, Dirty Deal (Riga – LV)

produzione e amministrazione Monica Paperetti
segretaria di produzione Sara Bruni con la collaborazione di Marianna Caruso
ufficio stampa Francesca Marchiani

RECENSIONI

«WAR NOW! è costruito per mostrare pubblico e autori oscillanti tra adesioni estetiche a una realtà che è la nostra e il rifiuto di ciò che consideriamo inaccettabile. Un posizionamento forte e internazionalista consapevole di un presente così doloroso».

Lorenzo Donati e Nicola Ruganti, Il Giornale del Festival di Santarcangelo

«“I war you”. Devi scegliere, te lo chiede il sangue. Un cadavere è omicidio, tanti cadaveri sono politica. Chi uccidi? Chi salvi? La vita vale il suo sacrificio? A partire dal centenario dello scoppio della Prima Guerra Mondiale, WAR NOW! di Valters Silis e Teatro Sotterraneo, in prima assoluta al Festival, esplode sulla platea raffiche di domande ironiche e raggelanti, tutt’altro che a salve, preme paure ed esitazioni come il grilletto di una ‘pistola fumante’ che non finisce mai le munizioni.
Sara Bonaventura e Claudio Cirri, con Matteo Angius della compagnia Accademia degli Artefatti a chiudere la triangolazione inquisitoria, sono tre pubblici ufficiali venuti a controllare la titolarità dei biglietti di viaggio della nostra sopravvivenza Prima, Durante e Dopo un ipotetico terzo conflitto mondiale. […] WAR NOW! dimostra di avere una precisa visione della realtà che ci circonda. […] Valters Silis e Teatro Sotterraneo sono adulti che non si sono dimenticati di essere stati bambini. E giocano non tanto per giocare, ma per creare uno spazio di libertà in cui riuscire a dirci l’orrore che siamo».

Matteo Brighenti, www.doppiozero.com

«Wanna play the game? Questa domanda grava su di noi, comunità estemporanea di spettatori […].
Il gioco, sotto forma di rappresentazione teatrale racconta quella “società dello spettacolo” definita come “inversione concreta della vita,  movimento autonomo del non-vivente”, dove i feticci visuali e culturali hanno il predominio nella riprogrammazione società, e le immagini, sviluppatesi ed accumulatesi fino al parossismo, hanno perso qualsiasi legame con la vita. Il disagio insinuato da questo doppio gioco, a cui abbiamo accettato irresponsabilmente di prendere parte, evidenzia il bisogno di una partecipazione più consapevole, l’assunzione di uno sguardo critico verso l’apparente oggettività di ogni spettacolarizzazione, non solo della guerra, ma della vita quotidiana».

Carolina Farina, www.roots-routes.org

«La prima impressione è che si tratti in toto di un lavoro del Teatro Sotterraneo: è tipicamente sua l’evocazione di una terribile guerra nucleare attraverso i meccanismi di un’indagine di mercato (cosa fareste se questo edificio venisse bombardato? Chi si arruolerebbe?). È tipicamente suo il modo di interagire con la platea, trasformando gli spettatori in soldati o capi di Stato. È tipicamente sua la feroce terza parte, sull’inaugurazione di un ipotetico Teatro della Vittoria, con agghiaccianti discorsi delle autorità e stralunati contributi degli artisti. Meno riconoscibile, forse più estranea la parte centrale, relativa ai combattimenti, che fa pensare alla parodia di un film bellico. […] Ma anche gli spettacoli più apprezzati di Teatro Sotterraneo mescolavano d’altronde chiavi espressive diverse. E la capacità di affrontare temi importanti in un tono all’apparenza leggero e giocoso è l’aspetto che ha imposto il gruppo a livello nazionale».

Renato Palazzi, Il sole 24 ore 

«Prendendo spunto dal centenario della Prima Guerra Mondiale, si immagina che sia scoppiata la Terza e come questo possa essere percepito/vissuto da chi, come noi, ormai la guerra è più che altro abituato a vederla in tv. Spettacolarizzazione dell’orrore che affascina morbosamente come un videogame. Non ci fa scoprire niente di nuovo il sotterraneo, ma è come lo fa dire/pensare pubblicamente agli spettatori, con le sue caratteristiche “inchieste”, a colpire, seppur in modo discontinuo, nel segno. Perché ammettere che, se ammazzi un topolino, sei un assassino, mentre se stermini un branco di topi ti stai solo difendendo, è un po’ come giustificare la necessità della guerra. E questa, e altre riflessioni simili, benché a tratti scivolino nell’ovvio, nel complesso funzionano. Soprattutto nella prima parte – l’addestramento per un conflitto prossimo venturo, un summit tra goffi premier reclutati tra il pubblico, il fallimento della diplomazia e della politica e lo scoppio della guerra – e nella terza dove la rifondazione post bellica è rappresentata dalla sinistra riapertura di un teatro popolato da tronfi militari, reduci rimbambiti, bandiere della pace in bianco e nero e bambini che declamano poesie guerrafondaie».

Claudia Cannella, Hystrio

«Se con Virgilio Brucia si rafforza il talento di Anagoor, Teatro Sotterraneo approda allo stesso esito grazie allo spettacolo WAR NOW!. Nell’anno della retorica della prima guerra mondiale, il collettivo costruisce, con l’ironia che lo caratterizza e una nuova cupezza che ferisce per la sua drammatica verità, le tre tappe di una possibile terza guerra mondiale, le quali anche in quetso caso palesano la stessa universalità tanto dell’agire quanto del subire umani […]. Con commovente intelligenza, entrambe le compagnie condividono con noi la riflessione sul fatto che nulla cambia, e per questo ci riguarda, in questo incedere propagandato delle ragioni e degli imperi sopra le nostre teste chine».

Claudia Gelmi, Il Corriere del Trentino

«Uno sguardo critico, posto di fronte a uno spettacolo del Teatro Sotterraneo, è costretto a muoversi in una duplice direzione: da un lato deve sostare sul palcoscenico, valutare le scelte registiche e l’intensità degli attori, il ruolo della musica e l’utilizzo dei costumi o delle proiezioni video. Dall’altro è tenuto a operare un cambio di prospettiva, quasi voltando le spalle al proscenio: a concentrarsi cioè sul pubblico e a osservarne le reazioni – spesso paradossali – che la celebre compagnia riesce a scatenare. Questa volta l’occasione è fornita dall’eventualità di un terzo conflitto mondiale: e gli esiti a cui conduce WAR NOW!, andato in scena sabato 15 e domenica 16 novembre al Piccolo Teatro Bolognini di Pistoia, sono inaspettati e sorprendenti, forse anche tragici. Come una guerra. […]

WAR NOW! chiede moltissimo al pubblico, e dalle risposte degli spettatori dipende forse lo stesso successo dello spettacolo: è indubbio però che Silis e la compagnia di di Bonaventura, Cirri e Daniele Villa riescono perfettamente a stracciare quel velo di buonismo e falsa pietà con il quale non solo la politica e i mezzi d’informazione, ma anche noi stessi sembriamo celare un nucleo di indifferenza e distacco. Alcune risate, chiaramente avvertite durante lo spiazzante e geniale finale, sembrano confermare l’impressione: la guerra, purtroppo, non fa più paura».
Alessandro Iachino, www.teatroecritica.net

War Now! Noi, vittime di Teatro Sotterraneo e della realtà
«Non sono mai rilassanti, gli spettacoli di Teatro Sotterraneo. Non lo sono davvero, perché questo micidiale gruppo toscano ci ha dimostrato, da tempo, che l’interazione col pubblico è alla base del loro teatro. […] Ma con “War now!” non ci si può rilassare soprattutto perché è il nostro modo di reagire – emotivamente ed intellettualmente – ad essere talmente bombardato da stimoli da finire in tilt: un tilt positivo però, che esercita la nostra autocritica sulla vasta gamma di imbrogli cui ricorre la nostra logica mentre giochiamo ad un flipper grande come il mondo. […]
 Così, con la capacità di simulare ogni genere di format culturale, performativo, spettacolare, perfino emotivo, “War Now!” lascia gli spettatori – dopo averli tanto coinvolti – paradossalmente soli. Nel bel mezzo del diaframma tra finzione e realtà. Non è uno spettacolo contro la retorica di guerra, questo: è uno spettacolo su come tutti subiamo i duplicati della realtà. Perché spesso è il nostro stesso pensiero a funzionare attraverso duplicati della realtà. E forse non possiamo farne a meno».

Michele Ortore, www.klpteatro.it

 

«Cosa potrà mai accadere in una società come la nostra, globalizzata e monopolizzata da un pensiero sempre più unico? E, soprattutto, come tradurre in uno spettacolo teatrale – che non sia pedagogico o, peggio, demagogico – simili domande? Valters Silis – regista lettone di grande talento – e Teatro Sotterraneo – collettivo di ricerca teatrale pluripremiato e a ragione – riescono a coniugare perfettamente le istanze, confezionando un prodotto finale convincente e avvincente, che stupisce, diverte e fa pensare».

Luciano Uggè e Simona Maria Frigerio, www.persinsala.it

«Un efficace ed intelligente lavoro sul tema della guerra […]. Il plot narrativo, solo apparentemente sconnesso, procede per azioni sceniche interattive col pubblico fra flash back e incursioni nel futuribile, quale fosse un fantasy per microstorie di famiglie davanti la TV. Ci sono molte azioni fisiche sopra e sotto il palcoscenico, fra il pubblico, una narrazione franta, domande e dialoghi in presa diretta con gli spettatori secondo lo stile di Sotterraneo, ritmo veloce che per questo potrebbe sviare verso la visionarietà estetica un po’ prossima alla forma delle video performances. […] Questo bel lavoro è un inno al pacifismo, al far riflettere sullo stereotipo così umano della vendetta che può solo chiamare e sviluppare a sua volta odio e sangue: ma quali bandiere sventolare se alla fine nessuno vince e tutti siamo sconfitti? È un lavoro contro la retorica dei vincitori. […] Perché la guerra è adesso e dobbiamo, da vivi, vigilare. I mostri sono fuori e dentro di noi tutti».
Renzia D’Incà, www.rumorscena.it

 

«È la Guerra – ora! – ad esser confezionata come un ready-made. Una Guerra cui siamo ormai indifferenti e che viene rimessa provocatoriamente in scena, in modo lucidamente ludico, per tentare di sottrarla alla banalità: a noi infine la responsabilità di scegliere se contemplarla o coglierla attraverso uno sguardo altro».
Manuela Margagliotta, www.paperstreet.it 

Video Content

WAR NOW!

GALLERY

ph. © Ilaria Scarpa, Noemi Bruschi, Andrea Pizzalis, Alessandro Sala

CIRCUITAZIONE

2016

Spazio Zut – Foligno
Teatro Giotto – Borgo San Lorenzo
Arena del Sole – Bologna
Teatro Bolognini – Pistoia

2015

Teatro della Limonaia – Sesto Fiorentino
Teatro Cuminetti – Trento
Alhondiga – Bilbao
Radicondoli Festival – Radicondoli
Short Theatre Festival – Roma
Festival Teatri di confine – Buti
Teatro Bolognini – Pistoia
Teatro Florida – Firenze

2014

Festival di Santarcangelo (debutto) – Santarcangelo di Romagna
Festival Drodesera – Dro
Fit Festival – Lugano
Teatro Bolognini – Pistoia

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