Post-it
Post it
Un volume cubico neutro, metri 5×5.
Una guaina di teli neri.
Quattro performer che aggrediscono la scatola teatrale da tagli e aperture. Partendo dalla formula svelare occultando Teatro Sotterraneo imposta un funerale consapevole di stare sulla scena, una catena di montaggio che va dalla produzione all’imballaggio fino allo smaltimento, presentazione scenica che offre e poi rimuove, impacchetta, mette via cose e persone.
Post-it agisce per sottrazione: l’azione all’azione, il parlato al parlato, le cose alle cose, un sistema di frammentazioni entro cui i corpi agiscono in modo costretto – dagli spazi, dai materiali, dall’obiettivo di togliersi.
Post-it è un recesso, un dimenticatoio dove cercare e verificare ogni possibile Fine: nel consumo di oggetti, nell’esaurirsi di un discorso o di una partitura, nell’assenza che prelude sempre e comunque al ritorno.
Crediti
***Vincitore di NUOVE CREATIVITÀ, progetto sostenuto da ETI Ente Teatrale Italiano***
creazione collettiva Sotterraneo
in scena Sara Bonaventura, Iacopo Braca, Matteo Ceccarelli, Claudio Cirri
dramaturg Daniele Villa
assistenza tecnica Cleto Matteotti, Alessandro Ricciardelli, Marco Santambrogio
realizzazione scene Camilla Garofano, Giovanna Moroni
produzione Sotterraneo/Fies Factory One
coproduzione Centrale FIES
in collaborazione con Teatro della Limonaia
col sostegno di Teatro Studio di Scandicci – Scandicci Cultura
RECENSIONI
Rodolfo di Giammarco, La Repubblica
Post-it, frullato di quotidiano al cubo – Castiglioncello. «Teatro di taglio, che sbuca dalle fessure di un sipario, che saltella festoso e si specchia nei suoi doppi: la sorpresa di Inequilibrio 07, decima edizione del Festival di Castiglioncello, è Teatro Sotterraneo, giovanissima compagnia fiorentina con Post-it. Post-it, sguardo bizzarro dietro e davanti le quinte, incursione eccentrica sul senso della fine. Intanto, la formazione: non gerarchica, in orizzontale – quattro performer più uno, il dramaturg – da collettivo di ricerca anni Settanta ripitturato di fresco. Procedono (per ora) tutti insieme, in ordine sparso d’apparizione. Incrociando traiettorie, in questa delizia d’ingranaggio che è Post-it, nel fare e disfare visioni all’interno di un cubo nero di cinque metri per cinque. Sono di poche parole, abbreviate possibilmente e veloci come negli sms, surreali come un cartoon, e come i personaggi dei fumetti, indistruttibili anche quando esplodono e le frattaglie si spargono sul palcoscenico. Niente dramma, siamo contemporanei: una spazzatina per ripulire, una spruzzatina di teoria, tecnica e menzogna delle comunicazioni di massa e la scena nel cubo torna nera come prima. Sono smaliziati questi “Sotterranei”, che si muovono come fumetti ma si portano dietro tutto il disincanto degli adulti. Il bla-bla delle dichiarazioni, le formule vuote da linguaggio pubblicitario. Tutto viene frullato e siglato in un post-it ideale, un cumulo di dettagli che riassumono una vita e la sua conclusione, un funerale a turno, il senso della fine chiesto per telefono al primo che capita. Cosa resterà di noi? Una foto scattata sul vuoto. Tremate spettatori, una risata lugubre vi sotterraneerà».
Rossella Battisti, L’Unità
Renato Palazzi, delteatro.it
Variazioni sulla fine – Post-it. «Il giovane gruppo fiorentino Teatro Sotterraneo, che ha scelto di agire come collettivo orizzontalmente strutturato, ci propone un’originale e stratificata riflessione sul concetto di “fine”. Un cubo nero, sulle cui pareti si aprono insospettati tagli e fessure, è costantemente percorso e attraversato, perforato da braccia e gambe, mani e piedi. Da abili performer, ché la definizione di attori sarebbe riduttiva, i quattro si muovono con perfetti ritmo e sincronia, componendo una sorta di danza che combina la comicità di molti film dell’era del muto e la precisione di certi contemporanei studi sui micro-movimenti degli arti. Ma lo spettacolo non è solo questo: se l’incipit pone l’accento sul corpo, le scene successive ricreano situazioni surreali, la cui divertita leggerezza cela un dichiarato intento di satira sociale. L’obiettivo è quello di svelare ipocrisie, formule, mode che nascondono ed edulcorano la nostra realtà: il linguaggio televisivo, e quello dei comunicati ufficiali, il gergo dei giovani e quello “di circostanza”. Assistiamo, così, ai vani tentativi di smorzare le inevitabili tragiche conseguenze dello scoppio di una bomba a mano, ma anche al discorso funebre suggerito dallo stesso defunto all’imbranato elogiatore; a un monologo sulla conclusione, inopportunamente rivelata, di film e fiabe, e a una telefonata in diretta dal palcoscenico. Il filo che tiene unito tutto ciò è la volontà di svelare il fine e la fine di quanto ci circonda, con la convinzione che tutto sia destinato ad avere un termine. Oggetti di ogni genere sono diligentemente impacchettati, spacchettati e utilizzati e infine buttati: la bottiglie di vino e la matita, la maglietta e il bicchiere, anche l’uomo stesso, avvolto nel cellophane, deve inesorabilmente abbandonare la scena. Uno spettacolo brioso e ironico, fresco e intelligente, capace di mantenersi in fragile equilibrio fra gag solo divertente e satira arguta».
Laura Bevione, Hystrio
Mario Bianchi, eolo-ragazzi.it
Teatro Sotterraneo. Un vero collettivo, senza gerarchie. Nasce a Firenze e contamina diverse tecniche comunicative. Nessuna narrazione classica. Molte risate. «Li abbiamo visti all’ultima edizione di Short Formats a Milano e ci siamo divertiti. Molto. Teatro Sotterraneo è un collettivo di Firenze formatosi nel 2004, composta da quattro performer e un drammaturgo. Nel corso degli ultimi anni, si è distinto nei diversi epicentri del teatro di ricerca per l’originalità delle produzioni e per un percorso di ricerca di statuto autonomo con un metodo di assenza di regia, a evidenziare la mancanza di gerarchie nella contaminazione di arte scenica, performing arts, arte visiva, videoarte, drammaturgia, design, videogiochi, musica, pop culture. Post-it, lo spettacolo che stanno portando in giro per l’Italia, colpisce per semplicità d’impianto e forza comunicativa: un cubo inguainato in teli neri con tagli e aperture attraverso cui la compagnia opera un cut-up visivo e verbale, in una continua implosione da “comica finale”, con una riflessione in profondità sul concetto di intrattenimento. Il risultato è un’ora esilarante in cui trovate senza sosta, basate sul taglio con funzione scenica e ispirate al rivelamento della forma tramite occultamento, mutuato dalla pratica artistica di Christo e Jeanne-Claude, colpiscono lo spettatore producendo ilarità, ma anche una continua riflessione sullo stato della rappresentazione totalmente disgiunta da una narrazione. Il collettivo fa parte, insieme ad altri giovani gruppi, di Fies Factory One, progetto di promozione di nuove realtà del tetrodi ricerca nate intorno al nucleo del Festival di Dro. Correte a vederli e divertitevi».
Carlo Orsini, Rolling Stone
«Post-it, ovvero comunicazione in tempo di Internet e sms, veloce sintetica aleatoria, da consumare e gettare, memoria di una realtà colta per frammenti, immagini che non esauriscono ma si esauriscono. Post-it è anche e significativamente il titolo di uno spettacolo presentato l’altra sera al Palamostre di Udine, nell’ambito della stagione di Teatro Contatto, da una giovanissima formazione, Teatro Sotterraneo. Attenta al contemporaneo, la compagnia fiorentina sviluppa un linguaggio spettacolare che ne insegue i miti e i riti con un coacervo di immagini conchiuse in sé, come tanti tasselli di un puzzle che non si comporrà mai definitivamente o piccoli numeri di un varietà del nostro tempo, di cui sfugge il senso ultimo, ammesso che un senso lo si sia voluto dare. […] Meritano attenzione, quelli di Teatro Sotterraneo: il loro approccio col teatro è sicuramente poco convenzionale, opera per sottrazioni e scomposizioni, non è didascalico e sembra rifuggire le suggestioni emotive in un accumulo […] di gesti parole movimenti situazioni governati da un’apparente casualità. Sicché la quotidianità e il presente si strutturano in una sorta di insignificante cerimonia della normalità che ne smaschera l’assurdo e il grottesco. Una cerimonia che si consuma veloce e sintetica secondo la logica e la poetica, ammesso che una qualche poetica ci sia, dei Post-it e del mondo imprendibile, un po’ folle malato e confuso, che ne sta dietro».
Mario Brandolin, Il Messaggero Veneto
L’arte che viene dal «Sotterraneo». «Dal 21 a ieri è andato in scena al Teatro delle Passioni di Modena Post-it, spettacolo del Teatro Sotterraneo. Dopo aver letto lanci del tipo «Teatro Sotterraneo è un collettivo di ricerca teatrale in cui cinque elementi coabitano una pratica orizzontale» oppure «Post-it è un recesso dove verificare ogni possibile Fine», ci si potrebbe attendere il solito spettacolo da festival di teatro contemporaneo, l’eterna “ricerca” di cose già trovate in cui i soliti cliché che erano vecchi trent’anni fa vengono rimontati stancamente per la gioia e la rassicurazione di un certo pubblico. E invece no: è solo cattiva pubblicità. La formula è sempre quella: un’ora scarsa di durata in cui si sovrappongono pannelli di varietà teatrale senza un senso evidente. Alla fine arriva pure l’immancabile installazione visiva “festivaliera”, fatta comunque con gusto, offerta alla contemplazione del pubblico questa volta sulle note di Antony and the Johnsons (band di culto per ogni giovane “creativo” che si rispetti). Ma non c’è neanche un po’ di sgozzamenti (salvo alcune frattaglie sparse, a dire il vero), niente anoressici o ciccioni nudi, niente down, niente video-arte, niente urla e nemmeno un po’ di parafilie o malattie mentali. Come si fa a fare teatro contemporaneo senza tutto questo? Forse non è “contemporaneo” (è “postumo”?), ma quello dei “Sotterranei”, quattro attori giovani (per davvero) e un “dramaturg”, è teatro di qualità, notevole per la sua ricerca di un artigianato serio, asciutto e preciso, invece che di barocchismi adolescenziali. Con un retrogusto da MTV che riesce in un qualche modo a non essere stucchevole, le loro improvvisazioni cristallizzate sul tema della morte e della fine riescono a far ridere con la sola cura dei tempi teatrali, sia nelle sezioni “di parola” che in quelle “visive”. E non si tratta di leggerezza post-ideologica. Qui ci si sganascia sul serio, anche perché traspare l’esistenza di un pensiero sottostante. Il tema della fine viene affrontato dal punto di vista antropologico, narratologico, esistenziale, ma la finalità è sempre fare teatro. Per essere uno spettacolo sulla morte, Post-it è uno dei rari segni di vita del comatoso teatro italiano. Speriamo che i “Sotterranei” proseguano la ricerca avviata di comunicatività e semplicità, senza farsi intrappolare dalle schematizzazioni della critica e dalle aspettative degli organizzatori».
Paolo Montanari, L’informazione
Rosi Fasiolo, Il Gazzettino di Udine
Post-it, i frammenti della fine. «UDINE – Fine, morte, punto estremo delle cose. Inizia da qui, dall’epilogo di situazioni e persone, la performance teatrale Post-It del collettivo Teatro sotterraneo andato in scena al Palamostre di Udine sabato 26 gennaio, inserito nel programma del Css. Una “fine” volutamente frammentata che, come un post-it attaccato e staccato subito dopo, dà vita a situazioni che terminano quasi immediatamente in modo sconnesso. Composizione e destrutturazione dell’esistenza umana anche attraverso gli oggetti che la compongono. Forte, infatti, la simbologia delle cose che, seguendo le linee rosse dello spettacolo, diventano protagoniste, punto di riferimento e sprigionano il senso della loro esistenza tra le mani degli attori che le rompono, le scartano, le usano, le vivono e poi le rimuovono. Il collettivo orizzontale di matrice fiorentina nato nel 2002, formato da Sara Bonaventura, Iacopo Braca, Matteo Ceccarelli, Claudio Cirri e Daniele Villa, non ha la velleità di trasmettere messaggi forti ma usa la contenutistica della messa in scena come momento di riflessione individuale dove, ciascuno può fermare il pensiero dove preferisce, dove sente e percepisce che lo spettacolo è anche parte di sé. Un cubo di teli neri con delle fessure sulla realtà circostante è l’essenziale scenografia di Post-It. Persone che entrano ed escono continuamente dallo stage sviluppano frammenti di teatro, una sequenza di corti, legati da una logica sottile. Una metafora avvolta nel cellophane, fra funerali, trame di film, schiavitù tecnologiche, frattaglie e interiora che riproducono il sangue quotidianamente raccontato in modo asettico dai media. Una contemporaneità che fa sorridere per la contrapposizione tra la tragicità dei contenuti e l’inconsistenza di un linguaggio volutamente forbito. Un ritratto a tinte forti fatto di ironia trascendentale e cinismo del “circostante”, dove le venature di grottesco sottolineano concetti da catturare. Non vogliamo trasmettere messaggi – raccontano i ragazzi all’unisono dopo lo spettacolo seduti, gambe incrociate, sul palco che li ha visti protagonisti per un’ora –, questa performance è nata da un’esigenza collettiva. Volevamo analizzare i vari tipi di ‘fine’, proponendo e spezzando, dando vita a un’azione non concretizzata. Non seguiamo schemi e lavoriamo molto sull’immagine. Il sorriso del pubblico è una conseguenza della nostra interpretazione ma non è ricercato. Non vogliamo essere imbrigliati in schemi particolari per questo cerchiamo di dare vita ogni volta a qualcosa di nuovo. Dopo il confronto diretto gli spettatori si portano a casa una domanda: Cos’è la fine?».
Paola Del Degan, connessomagazine.it
Valeria Ottolenghi, Il Gazzettino di Parma
Post-it regala un’ora esilarante e dissacratoria. «Quello a cui ha assistito il pubblico di mercoledì sera a Primavera dei Teatri 2mila7 è stato un bell’esempio di teatro di movimento sorretto da una trascinante freschezza ed originalità. I giovanissimi attori del collettivo fiorentino Teatro Sotterraneo con Post-it hanno regalato al festival un’ora di puro divertimento fatta di trovate sceniche a getto continuo, gag esilaranti e dissacratorie […]. Salgono le luci a illuminare la scena, un enorme scatola nera, vuota, e su di essa, Sara Bonaventura, Iacopo Braca, Matteo Ceccarelli e Claudio Cirri, corpi impazziti in un movimento che supera ogni barriera fisica e non. Irriverente e grottesco dotato di uno stile tutto suo Post-it è una continua e raffinata partita fra attori e pubblico, fra realtà e finzione, in un crescendo di ritmo e complicità fino alla Fine. La scatola nera si riempie di corpi che appaiono e si smaterializzano, sottraendosi alla realtà conosciuta, e di oggetti, tanti, tantissimi, i più disparati, che, confusamente sono essi stessi la scena; si riempie e si svuota del quotidiano e le sue modernità, con le trame dei film svelati e i telefonini onnipresenti, in un amalgama di visionario e surreale impatto scenico. Post-it è tutto e niente, è una corsa, un passaggio da e verso chissà dove. Verso una Fine? Ma la Fine di tutto che cosa è se non la Morte, che irrompe più volte sulla scena […]. Si ride e di gusto con le continue trovate dei ragazzi del collettivo, affiatati e bravissimi […]. Entrate ed uscite, provocazione e caos, molta azione e poche parole, costruzione e destrutturazione, in una sola parola la Fine, che arriva sottovuoto, avvolta in un asettico, enorme, cellophan. Che dire di più se non un invito a vedere lo spettacolo, che merita davvero, e a seguire l’idea di teatro divertente e folgorante che Teatro Sotterraneo cesella in scena con chiarezza e lucidità espressiva».
Domenico Donato, Il quotidiano della Calabria
VIDEO CONTENT
Post itGALLERY
CIRCUITAZIONE
2007
Teatro della Limonaia – Sesto Fiorentino (primo studio)
Prato Contemporanea ’07 – Prato (secondo studio)
Notte Bianca – S. Giovanni Valdarno (secondo studio)
Primavera dei Teatri – Castrovillari (anteprima)
Inequilibrio/Armunia – Castiglioncello (prima assoluta)
Italia Wave – Firenze
drodesera>Centrale Fies – Dro
Notte Bianca – Roma
Rialto Santambrogio – Roma
ZOOM festival/Teatro Studio – Scandicci
CRT – Milano
Teatro Filippini – Verona
Teatro Fabbricone – Prato
Teatro Comunale – Bagnone
2008
Teatro Inverso – Brescia
CSS /Teatro Palamostre – Udine
Teatro delle Passioni – Modena
Teatro delle Briciole – Parma
OperaEstate Festival Veneto – Bassano
AMAT /Ars Amando – Amandola
SPAM!/Teatro dei Rassicurati – Montecarlo
La Piccionaia/ Teatro Astra– Vicenza
2009
PiM Spazio Scenico – Milano
Teatro Everest – Firenze
Sipario Aperto/FTS/Teatro Nazionale – Quarrata
AMAT/ Teatro Rossini – Pesaro
Nobodaddy/Teatro Rasi – Ravenna
Teatro Palladium – Roma
Prospettiva09/Teatro Stabile/Cavallerizza Reale – Torino
Marosi di Mutezza/Teatro Civico – Sassari
2010
Tra palco e realtà/Oda Teatro – Foggia
Fondazione Toscana Spettacolo/Teatro degli Unanimi – Arcidosso
Fondazione Toscana Spettacolo/Teatro dei Rassicurati – Montecarlo
Arti vive habitat/Nuovo Cinema Teatro Italia – Soliera
Centro Culturale Il Funaro – Pistoia
Cinema Teatro Erios – Vigliano Biellese
Teatro San Martino – Bologna
Teatro Mattarello – Arzignano
2011
Teatro Comunale – Occhiobello
Amo La Mole/Teatro Studio – Ancona
2012
Teatro Portland – Trento
Centro Parraga – Murcia
2013
Teatro della Tosse – Genova
2015
Teatro Studio – Scandicci